E’ sempre più diffusa nelle popolazioni occidentali la convinzione che la dieta vegetariana possa comportare indubbi vantaggi per la salute umana a lungo termine, sia nell’adulto che nel bambino, purchè vengano adottati corretti principi nutrizionali.
Un concetto che però non va dimenticato è che l’uomo, sia per evoluzione che per biologia è un animale onnivoro: la nostra alimentazione è più comunemente basata sulla varietà e la combinazione dei diversi alimenti integrando prodotti di origine animale con altri di origine vegetale, naturalmente con differenze che riguardano le tradizioni, le culture e le religioni.
I vantaggi di un regime vegetariano quando ben bilanciato sono per lo più da attribuire ad un effetto di riduzione del peso corporeo e ad un miglioramento dei profilo dei lipidi plasmatici nonchè al maggior consumo di fibre, folati ed antiossidanti di origine vegetale in grado di svolgere un intervento di prevenzione verso patologie killer in età adulta quali l’obesità, il diabete, la cardiopatia ischemica, il cancro.
La dieta vegetariana comprende i derivati del latte e l’uovo, fonti importanti di proteine di elevato valore biologico, che invece sono esclusi nello schema vegano.
Come tutti gli schemi dietetici restrittivi, particolare attenzione va osservata affinchè venga assicurato un apporto adeguato di energia e nutrienti.
La crescita dei bambini vegetariani non si discosta significativamente dalla normalità, mentre quella dei bambini vegano può risultare più lenta.
Alcuni studi suggeriscono che un regime vegano, a differenza di quello vegetariano, nel lungo periodo può associarsi ad una ridotta densità ossea e ad un maggior rischio di fratture in conseguenza del ridotto apporto di calcio.
La scelta vegetariana o vegana non rappresenta un problema durante i primi 6 mesi di vita, poichè sia il latte materno che le formule per l’infanzia garantiscono un adeguato apporto di energia e di nutrienti; fa però eccezione il ridotto apporto di vitamina B12 che si misura nel latte materno di mamma vegana che non riceve supplementazione; la carenza di vitamina B12 può causare un grave danno neurologico al lattante non sempre reversibile.
La dieta materna deve essere adeguatamente bilanciata in nutrienti perchè le restrizioni non adeguate possono far variare la proporzione tra i diversi acidi grassi omega–3 molto importanti per lo sviluppo cerebrale del bambino nei primi anni.
A tal proposito un adeguato apporto di grassi potrà essere assicurato dal consumo di olio extravergine di oliva abbinato anche a piccole quantità di frutta secca e avocado schiacciato. Consigliato è anche un’introduzione nella dieta di olio di semi di lino per garantire un rapporto bilanciato tra gli acidi grassi omega-3 e omega-6.
Va senz’altro consigliata la supplementazione con vitamina B12 alle madri vegane che allattano al seno e ai bambini che adottano regimi alimentari vegani per scongiurare gravi patologie neurologiche.